Interrogazione di Vendola, D’Occhio: «Faccia pure!» - 12-02-02 - Da “Il Sannio Quotidiano

 

 

Da “Il Sannio Quotidiano” del 12 febbraio 2002-02-12

 

TELESE TERME –Voragine Via Udine, il deputato di Rifondazione annuncia battaglia. E il primo cittadino…

 

Interrogazione di Vendola, D’Occhio: «Faccia pure!»

 

Interpellanza dell’opposizione. Franco, Lavorgna e Carofano: «Cosa intende fare l’area dei Lagni?»

 

 

di Antonio Vecchiarelli

 

«Siamo persone pazienti e tolleranti, quindi dobbiamo subire anche l'atteggiamento di persone che non hanno conoscenza del problema». Questa la replica del sindaco di Telese Terme, Giuseppe D'Occhio, alla notizia che il deputato Nichi Vendola di Rifondazione Comunista presenterà una interrogazione sullo sprofondamento di un'area in prossimità di via Udine.

Poi aggiunge di essere certo del cammino da percorrere e che nessuna interrogazione o polemica potrà fermarlo. «Non ci lasceremo schiacciare ne intimidire - precisa -.Non c'è riuscita gente di ben altro spessore, figuriamoci se ci preoccupiamo di Nichi Vendola.

 

E' particolarmente irritante -sottolinea il primo cittadino di Telese Terme- vedere un gruppo di giovani che è felice perché può fare polemica, non avendo nemmeno un briciolo di rispetto per chi si trova a non usufruire della sua casa, quella che magari si è costruita con grossi sacrifici».

 

Per quel che riguarda la situazione in loco, questa può definirsi stabile. I primi interventi tesi a far defluire l' acqua prodotta (ben sette litri al secondo) dalla sorgente «Voccola» che quasi sicuramente ha prodotto lo sprofondamento, stanno dando i risultati previsti: l' equilibrio dell' area interessata.

Si attende ora la perizia idrogeologica allargata a tutta la superficie dei Lagni condotta da Franco Ortolani, docente di «Geologia Applicata» presso il politecnico di Napoli per decidere altri interventi.

 

Non è escluso un piano di sicurezza che preveda interventi naturalistici, magari d'intesa con l'amministrazione provinciale che avrebbe già dato la sua disponibilità. L'obiettivo è quello di scongiurare, ovviamente, altri cedimenti. Intanto i consiglieri comunali, Giovanni Lavorgna, Pasquale Carofano, del gruppo Ds-Indipendenti Popolari (ma a questa iniziativa non ha aderito Tommaso Cusano) e Carlo Franco ( di recente dichiaratosi indipendente) hanno sottoscritto una interpellanza, facendosi interpreti delle diffuse preoccupazioni presenti nella cittadinanza a seguito della voragine verificatasi in via Udine.

 

Quali iniziative si intendono adottare per la difesa del territorio comunale?

 

Questa la domanda rivolta al sindaco D'Occhio dal gruppo di consiglieri che rilevano come «la diffusa cementificazione -si legge nell'interpellanza- può ritenersi una delle cause di altre pericolose frane che potranno verificarsi attesa la presenza di copiose falde acquifere sotterranee che investono il territorio.

 

E' vero che per legge il rilascio di concessioni edilizie richiede specifica indagine geologica, ma nutriamo dubbi che vi sia sufficiente senso di responsabilità nell' autorizzare la creazione di manufatti che talvolta superano anche le altezze consentite dal vigente strumento urbanistico».

Infine i consiglieri ritengono che l'argomento meriti di essere approfondito in un prossimo consiglio comunale. Carlo Franco insiste sulla necessità di capire, attraverso indagini approfondite, in che condizioni è il luogo, prima di continuare nella cementificazione. Franco non cerca colpevoli per quanto è accaduto, certo che le responsabilità andrebbero divise tra tante persone. A cominciare dalle istituzioni per finire ai tecnici, passando per i privati.

 

Il consigliere ricorda il ricorso al Tar nei primi anni '90 per un Piano Regolatore non avallato dal Comitato Regionale di Controllo del quale non si sono avuti esiti e il dossier sull'edilizia selvaggia consegnato al Prefetto in quegli anni. Anche questo non è stato preso in considerazione. Ricorda la ormai assodata presenza di sorgenti d'acqua nell'area che è attraversata anche dal torrente Grassano e i vari interventi fatti da privati e non nel tentativo di bonificare i Lagni.

 

Tutte situazioni in cui tutti potrebbero avere la loro fetta di colpa. Ora non serve cimentarsi nella spasmodica ricerca di un responsabile, dichiara Franco, corre l'obbligo, invece, di. indagare a fondo per dipanare ogni dubbio sul futuro dell'area, parte della quale ha ceduto nei giorni scorsi. Se è il caso, sottolinea il consigliere comunale, provvedere ad una bonifica e fissare regole per le costruzioni con l'impegno di farle rispettare, naturalmente!